NOME: Valentino
COGNOME: Loner
DATA DI NASCITA: 17 febbraio 1871
DATA DI MORTE: 15 febbraio 1916
NOTE BIOGRAFICHE: LONER VALENTINO – 14/02/1871 – 15/02/1916
Figlio di Carlo e Marianna Sebastiani. Professione contadino. Nato a Palù di Giovo il 14 febbraio 1871, residente ai Sorni, sposato con Anna Brugnara di Palù di Giovo.
(7 figli)
1. Aldina: 12/11/1897 a Palù di Giovo
2. Eugenio: 20/10/1899 a Palù di Giovo; arruolato nell’esercito austroungarico ma rientrato a fine guerra
3. Giovanni: 06/11/1901 a Palù di Giovo
4. Attilio: 10/11/1903 ai Sorni di Lavis
5. Maria: 20/12/1905 ai Sorni di Lavis
6. Rinaldo: 29/12/1906 ai Sorni di Lavis
7. Giuseppina: 17/02/1910 ai Sorni di Lavis
8. Pia: 15/02/1913 ai Sorni di Lavis
ESPERIENZE: ESPERIENZA: Caduto sul Col di Lana (fronte Italiano): morto il 15 febbraio 1916 in seguito a ferita. Nella documentazione dell’Opera Nazionale Orfani di Guerra si legge che “morto nel 1916 in seguito a ferite”.
Nel 1919 la moglie è nell’elenco delle vedove. Nel corso del conflitto il figlio Eugenio, (classe 1899), viene arruolato nell’esercito AU: compare infatti nell’elenco dei soldati austroungarici presenti a Lavis sul finire del 1918.
CONTESTO. Nel 1914, con l’inizio delle ostilità, sono chiamati alle armi i maschi di età compresa fra i 21 e i 42 anni. I trentini con divisa austroungarica sono inviati a combattere sul fronte russo, in Galizia, e nei Balcani sul fronte serbo. Nel primo anno di guerra muoiono 7 mila trentini. Negli anni successivi saranno chiamati alle armi gli uomini dai 18 ai 50 anni. A fine conflitto il numero dei trentini arruolati nell’esercito austroungarico è di oltre 60 mila con 12 mila caduti.
COL DI LANA. Al tempo sul confine fra tra l’Impero austro-ungarico e il Regno d’Italia, il Col di Lana, a partire dal maggio del 1915, diventa teatro di guerra: si parla di circa 8.000 morti (da cui il soprannome “Col di Sangue”).
La cima è ripetutamente contesa nel 1915 e nel 1916 i reparti italiani approntano una camera di mina per far saltare in aria la montagna. Gli austroungarici, accorti del pericolo, decidono di realizzare una contromina. I genieri italiani terminarono però per primi i lavori. La notte del 17 aprile 1916, alle ore 23.35, esplode la colossale mina, 5 tonnellate di gelatina dinamite, causando il crollo di parte della montagna e la morte di circa 150 militari austroungarici. Gli italiani riescono così ad occupare la vetta distrutta da un cratere di 30×55 m e 12 m di profondità.
FONTI: